In Toscana, tra colline, chiese e abbazie
San Gimignano, Volterra, Siena, San Galgano e Sant’Antimo
1° giorno
Ritrovo dei partecipanti davanti alla scuola e partenza in pullman granturismo per San Gimignano. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo e visita della città. San Gimignano si erge con il profilo delle sue torri, su di un colle che domina la Val d’Elsa. Iniziò la sua storia intorno al X secolo prendendo il nome del Santo Vescovo di Modena, San Gimignano, che avrebbe salvato il borgo dalle orde barbariche. Ebbe grande sviluppo durante il Medioevo grazie alla via Francigena che lo attraversava. Tant’è che San Gimignano ebbe una straordinaria fioritura di opere d’arte che adornarono chiese e conventi, e nel 1199 divenne libero comune. Per visitare S. Gimignano si comincia da Porta San Giovanni e attraverso via S. Domenico si raggiunge Piazza della Cisterna, che prende il nome dalla cisterna duecentesca che vi sorge in mezzo. Si prosegue per Piazza del Duomo, il centro monumentale della cittadina, tutta chiusa tra alte torri, sulla quale si affaccia il Palazzo del Podestà con la sua torre detta “la Rognosa”. Meritano una visita la Collegiata, costruzione romanica del sec XII e la Rocca, costruita dai Fiorentini, che conserva l’impianto pentagonale con torri e tratti di mura. Da qui si ha una vista completa sul gruppo delle torri della città. Sistemazione in hotel nelle camere riservate. Cena. Pernottamento.
2° giorno
Dopo la prima colazione, trasferimento in pullman a Volterra. Poche città sono in grado di offrire come Volterra un'immagine nitida del tempo passato e del susseguirsi delle civiltà. Come il terreno è contraddistinto dal sovrapporsi dei segni delle ere geologiche che costituiscono la millenaria storia della terra volterrana, così l'impianto urbano mostra tracce del lento sovrapporsi delle opere dell'uomo che ne hanno modificato, in tremila anni, l'assetto originario. Volterra è ancor oggi una città dal caratteristico aspetto medievale, dove è ancora possibile gustare l'atmosfera di un antico borgo, grazie al relativo isolamento che ne ha limitato lo sviluppo industriale e commerciale. Volterra è racchiusa quasi completamente entro la cerchia delle mura duecentesche, che sono il punto di arrivo di un processo di espansione iniziato intorno all'anno mille e concluso ai primi del 1300 con la costruzione dei sistemi difensivi in prossimità delle porte principali della città. Pranzo libero. Nel pomeriggio, trasferimento a San Galgano. Quando si arriva nei pressi dell'abbazia lo spettacolo lascia veramente stupefatti perché dinanzi agli occhi, in una zona verde e bellissima, appare una chiesa cistercense senza tetto, con un prato per pavimento. Proseguimento per l’Abbazia di Sant’Antimo la cui costruzione sarebbe da ricondurre al culto delle reliquie di Sant'Antimo di Arezzo. Alla morte del santo, infatti, alcuni devoti costruirono sul luogo del martirio un piccolo oratorio al fine di poter pregare sulla sua tomba. In epoca longobarda iniziò la costruzione di un primo monastero benedettino e Carlo Magno, di ritorno da Roma nel 781, giunse fino a Sant'Antimo e in quella occasione, pose il suo sigillo sulla fondazione del monastero. Suo figlio Ludovico il Pio arricchì l’abbazia di doni e privilegi. Rientro in hotel. Cena e pernottamento.
3° giorno
Prima colazione in hotel. Trasferimento in pullman a Siena e visita della città. L'itinerario ha inizio dalla Porta Camollia, aperta sulla strada per Firenze, l'antica Via Francigena. Percorrendo la via Camollia si giunge alla Lizza, il giardino pubblico ingrandito e ristrutturato nel 1872, su cui si affaccia il Forte di Santa Barbara, fatto costruire nel 1560 da Cosimo I de' Medici dopo la conquista fiorentina di Siena. Dalla Lizza si giunge alla novecentesca Piazza Matteotti, quindi per via Curtatone fino alla Chiesa di San Domenico, con bellissima vista del Duomo e del campanile. Risalendo la via della Sapienza, si incontra la Biblioteca degli Intronati, dove sono conservate preziose raccolte di manoscritti e incunaboli, e, più avanti, il Museo Archeologico Nazionale, con reperti in gran parte etruschi, di fondamentale importanza per chi vuole capire la storia delle più lontane origini del territorio. Si giunge quindi nella Piazza Salimbeni con l'omonimo palazzo del XIV secolo, restaurato e attualmente sede del Monte dei Paschi di Siena, che contiene anche l'archivio storico della banca. Pranzo libero. Nel pomeriggio, inizio del viaggio di ritorno con arrivo a scuola previsto in serata.
DANTE E LA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO
Dante Alighieri, aggirandosi tra i golosi del Purgatorio, si vede indicare da Foreste Donati un vecchio (Papa Martino IV) che sta pagando il gusto raffinato di rimpinzarsi di anguille alla Vernaccia: "Questi e, mostrò col dito, è Bonagiunta. Bonagiunta da Lucca: e quella faccia di Ià da lui più che l'altra trapunta ebbe la Santa Chiesa e le sue braccia: dal Torso fù, e purga per digiuno l'anguille di Bolsena e la Vernaccia" (Purg. XIV,19-24). Ma quando Dante scrisse questi versi la Vernaccia di San Gimignano allietava già da molto tempo le tavole imbandite dei nobili e potenti del tempo. Sembra che il vitigno della Vernaccia sia stato introdotto per la prima volta nell'area del Comune di San Gimignano da un certo Vieri de' Bardi intorno all'anno 1200 ed è certo che già nel 1276 fioriva il commercio di questo famoso vino. Negli "Ordinamenti della Gabella" del Comune di San Gimignano di quell'anno troviamo infatti l'imposizione di una tassa di "tre soldi " per ogni soma di Vernaccia fuori Comune e l'istituzione di un registro dei Provveditori o Pesatori di Vernaccia.