Vicenza e Villa Valmarana
Ritrovo dei partecipanti davanti alla scuola e partenza in pullman granturismo per Vicenza. Arrivo e visita di Villa Valmarana “Ai Nani”, che prende il nome dalle statue dei 17 nani del muro di cinta, probabilmente di Francesco Uliaco su disegno di Giandomenico Tiepolo. Narra la leggenda di una principessa nana che vi viveva reclusa circondata da nani, in modo da non accorgersi di essere deforme. Un giorno vide un bellissimo principe aggirarsi nel giardino e, realizzando la sua diversità, si gettò dalla torre. I nani dal dolore si trasformarono in statue. Nella Villa sono presenti le testimonianze più alte del genio di Giambattista e Giandomenico Tiepolo. Nella Palazzina, affrescata dal padre, e nella Foresteria, opera del figlio, si possono cogliere le differenti matrici che hanno ispirato i Tiepolo: la vocazione al “sublime” di Giambattista e quella al “naturale” di Giandomenico. Temi degli affreschi della Palazzina sono tratti dalle letture care al proprietario Giustino Valmarana: Iliade, Eneide, Orlando Furioso, Gerusalemme Liberata e il grandioso Sacrificio di Ifigenia del salone centrale. Al termine, proseguimento per Vicenza. Visita della città. S’inizia da Piazza Matteotti, sulla quale si affaccia maestoso l'elegante Palazzo Chiericati; capolavoro che Palladio inizia a costruire nel 1550. Il portico passante e le due logge del piano superiore lo rendono mirabile ed unico. All'interno, alcune stanze con splendidi affreschi. Adibito a Pinacoteca civica conserva una raccolta di pitture di artisti veneti a partire dal XIV secolo. Salendo corso Palladio, la via principale della città, sulla destra si erge il Tempio di S. Corona, costruito nel 1260. Ha la facciata gotica con un bel rosone e all'interno due pregevoli opere pittoriche: la pala di Giovanni Bellini "Il battesimo di Cristo" (inizio '500) e la tela di Paolo Veronese "L'adorazione dei Magi" (1573). Il coro quattrocentesco perfettamente conservato ha gli stalli in legno intarsiato con vedute di Vicenza medioevale. Sempre su Corso Palladio lo stupendo Palazzo Da Schio detto la "Ca' d'Oro", in stile gotico-veneziano, costruito nel '400. Aveva in origine la facciata completamente affrescata e impreziosita da capitelli, rosette e pennacchi dorati. In Contrada Porti, la via più bella di Vicenza, i prospetti di preziosi palazzi quattrocenteschi e palladiani. Nel pomeriggio, inizio del viaggio di ritorno con arrivo alla scuola previsto in serata.
Palladio, il perché di un nome
Nel 1537 il famoso letterato vicentino Giangiorgio Trissino, architetto per diletto, ristrutturò un palazzetto in una proprietà acquistata dalla sua famiglia agli inizi del Cinquecento, non lontano dalla città di Vicenza. La tradizione vuole che tra le maestranze impiegate nei lavori vi fosse un certo Andrea di Pietro della Gondola, nato a Padova nel 1508 e, come parse subito evidente, dotato di notevole talento. Trissino lo prese subito sotto la sua ala protettrice, dandogli il soprannome classico di "Palladio" e da qui in poi iniziò la fulgida carriera del grande architetto che ha legato il proprio nome a quello di Vicenza con una incredibile quantità di opere realizzate che fecero di Vicenza un polo di attrazione non solo in Italia, ma in tutta Europa, come testimoniano le visite in città di grandi studiosi e viaggiatori, in particolare dall'Inghilterra, dove il palladianesimo ebbe grande fortuna e numerosi fautori.