Fossoli, l'anticamera dell'inferno - Aglaia Viaggi

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Fossoli, l'anticamera dell'inferno

Fossoli, l'anticamera dell'inferno

visita di Montalcino, Sant'Antimo, Siena

1° giorno
Ritrovo dei partecipanti davanti alla scuola e partenza in pullman granturismo per Carpi per la visita al Museo e all'ex campo di concentramento di Fossoli. Nacque nel 1942 come campo di prigionia situato nell'omonima località dell'Emilia Romagna. Fu successivamente utilizzato dalla Repubblica Sociale Italiana e quindi direttamente dalle SS come principale campo di concentramento e transito per la deportazione in Germania di ebrei e oppositori politici. Nel dopoguerra, vi furono internati prigionieri dello sconfitto regime, fu inoltre usato per campo profughi. Pranzo libero. Nel pomeriggio, proseguimento per Montalcino: la collina su cui si trova Montalcino è stata abitata probabilmente dall'epoca etrusca. Di particolare interesse le mura della città (costruite nel XIII secolo) e la fortezza, con struttura pentagonale,  progettata dagli architetti senesi Mino Foresi e Domenico di Feo. La fortezza incorpora alcune delle preesistenti strutture tra cui il mastio di Santo Martini, la torre di San Giovanni e un'antica basilica, che ora serve come cappella del castello. Proseguimento in pullman per la visita dell'Abbazia di Sant'Antimo la cui costruzione sarebbe da ricondurre al culto delle reliquie di Sant'Antimo di Arezzo. Alla morte del santo, infatti, alcuni devoti costruirono sul luogo del martirio un piccolo oratorio al fine di poter pregare sulla sua tomba. In epoca longobarda iniziò la costruzione di un primo monastero benedettino e Carlo Magno, di ritorno da Roma nel 781, giunse fino a Sant'Antimo e in quella occasione, pose il suo sigillo sulla fondazione del monastero. Suo figlio Ludovico il Pio arricchì l'abbazia di doni e privilegi. Al termine, sistemazione in hotel a Siena. Cena. Pernottamento.

2° giorno
Dopo la prima colazione, visita libera di Siena. L'itinerario ha inizio dalla Porta Camollia (sull'arco c'è l'iscrizione Cor magis Sena tibi pandit - a significare che la città spalanca il cuore più di quanto si spalanchi la porta), aperta sulla strada per Firenze, l'antica Via Francigena. Percorrendo la via Camollia si giunge alla Lizza, il giardino pubblico ingrandito e ristrutturato nel 1872, su cui si affaccia il Forte di Santa Barbara, fatto costruire nel 1560 da Cosimo I de' Medici dopo la conquista fiorentina di Siena. Dalla Lizza, attraverso Piazza Gramsci, si giunge alla novecentesca Piazza Matteotti, quindi per via Curtatone fino alla Chiesa di San Domenico, con bellissima vista del Duomo e del campanile. Risalendo la via della Sapienza, si incontra la Biblioteca degli Intronati, dove sono conservate preziose raccolte di manoscritti e incunaboli, e, più avanti, il Museo Archeologico Nazionale, con reperti in gran parte etruschi provenienti dal Contado, di fondamentale importanza per chi vuole capire la storia delle più lontane origini del territorio. Si giunge quindi nella Piazza Salimbeni con l'omonimo palazzo del XIV secolo, restaurato e attualmente sede del Monte dei Paschi di Siena, che contiene anche l'archivio storico della banca. Pranzo libero. Nel pomeriggio, inizio del viaggio di ritorno con arrivo alla scuola previsto in serata.

UNA STORIA D'INFAMIE

Il Campo di Fossoli venne  aperto nel maggio del 1942 per la detenzione dei militari inglesi, sudafricani e neozelandesi catturati nelle operazioni di guerra in Africa settentrionale ma nel 1944 ne assunsero direttamente il controllo le SS tedesche. Tra l'agosto  e la fine di novembre del 1944 le testimonianze documentano il passaggio di un grande numero di deportati, uomini e donne. Prigionieri politici e razziali vennero qui trasferiti dai campi e dalle carceri del nord Italia per essere deportati nei Lager europei. Ma in seguito all'avvicinarsi del fronte e all'intensificarsi delle pressioni partigiane nella zona, il comando tedesco decise la chiusura del gulag e il suo trasferimento a Bolzano-Gries. Si stima che siano passati da Fossoli circa 5000 deportati, di cui la metà ebrei, e un terzo dei deportati ebrei del nostro Paese transita per il campo di Fossoli.

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