La Guerra sugli altipiani trentini - Aglaia Viaggi

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La Guerra sugli altipiani trentini

La Guerra sugli altipiani trentini

1° giorno
Ritrovo dei partecipanti davanti alla scuola e partenza in pullman granturismo per Lavarone. Pranzo libero. Visita del Forte Belvedere, eretto su un caposaldo roccioso a picco sulla Val d´Astico. E’ l’unica  fortezza della cosiddetta Trincea d’acciaio ad essere sfuggita alla campagna demolitrice “Ferro alla Patria”, promossa negli anni Trenta dal regime fascista. Al suo interno ospita un museo con reperti e installazioni multimediali che illustrano la storia del forte, della sua guarnigione e delle vicende militari che hanno interessato gli altipiani. Realizzato tra il 1908 e il 1912, Forte Belvedere – Gschwent è una tra le più grandi fortezze austro-ungariche di montagna e tra i siti della prima guerra mondiale più frequentati. Le sale del piano terra sono dedicate alla storia del sistema fortificato degli altipiani. Al primo piano sono narrate le operazioni militari in questo tratto di fronte e sono esposti materiali relativi alla Guerra Bianca. Al secondo sono collocati oggetti e documenti che testimoniano le condizioni della vita dei soldati (armi, uniformi, materiali sanitari), materiali di propaganda e relativi alla memoria della guerra. Il percorso museale ospita installazioni multimediali che attraverso suoni e immagini propongono ai visitatori lo svolgersi della vita quotidiana nella fortezza. All’interno delle cupole, gli “Obici dei suoni” permettono di risentire i rumori, le voci, i comandi e i colpi d’artiglieria. Al termine, trasferimento in hotel e sistemazione nelle camere riservate. Cena e pernottamento.


2° giorno
Dopo la prima colazione, trasferimento a Rovereto e visita del Museo della Guerra, allestito nel Castello della città. Tra i più importanti musei storici italiani, il museo dispone di una ricca collezione di materiali della Grande Guerra. In occasione del Centenario è stata riaperta una delle sue sale più antiche che ospita l’allestimento “La guerra sul fronte italo-austriaco 1915-1918”. In collaborazione con altre istituzioni è stata inoltre realizzata la mostra “La guerra che verrà non è la prima. La Grande Guerra 1914-1918” al Mart di Rovereto (il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto) a partire dal 4 ottobre 2014. Il Museo fu ideato nel 1919 da un gruppo di cittadini roveretani e inaugurato da Vittorio Emanuele III il 12 ottobre 1921. Espone armi e uniformi, fotografie ed opere pittoriche, documenti e cimeli. Pranzo libero. Nel pomeriggio, visita del Mart, una delle realtà museali più interessanti del panorama italiano. Vi è custodita una collezione d'arte molto ricca: dal Futurismo alla Pop Art, passando per l'Arte Povera ed il Realismo, fino ai linguaggi della contemporaneità. Le opere di Fortunato Depero, donate dall'artista alla città di Rovereto e oggi affidate al museo, costituiscono una delle parti di maggior rilievo nel patrimonio del Mart, insieme a quelle di altri esponenti futuristi come Giacomo Balla, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini ecc. L’edificio del Mart è opera dell'architetto svizzero Mario Botta. Al termine, partenza per il viaggio di rientro con arrivo a scuola in serata.


Dal Corriere della Sera Lunedì 31 maggio 1915 - edizione del mattino:
“Dei forti che sbarrano l'accesso all'altopiano di Lavarone  verso Asiago (Val d’Assa) e la valle dell'Astico, tre, come già diceva il comunicato del 29, erano stati gravemente danneggiati dalle artiglierie italiane. Erano quelli di Luserna, di Busa e di Spitz Verle o Pizzo di Verle, o Pizzo Levico o Cima di Vezzena (1908 metri). Il forte corazzato di Luserna, distrutto dalle cannonate italiane, ha alzato bandiera bianca per arrendersi. E allora è avvenuto un fatto singolare: il forte austriaco di Belvedere, situato più indietro, ha diretto immediatamente il fuoco dei suoi cannoni contro il forte di Luserna. Voleva punire i difensori di Luserna per l'offerta resa, supponendola un atto di debolezza ingiustifìcato ? O voleva impedire alla fanteria italiana di prendere possesso dell'opera smantellata? Il comunicato non dice quale sia stata la fine dell'episodio”.


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