Lucca e i borghi delle memorie pascoliane e ariostesche - Aglaia Viaggi

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Lucca e i borghi delle memorie pascoliane e ariostesche

Lucca e i borghi delle memorie pascoliane e ariostesche

1° giorno

Ritrovo dei partecipanti davanti alla scuola.  Partenza per Lucca con pullman granturismo. Arrivo e visita libera della città. Lucca è una delle principali città d'arte italiane. La sua intatta cinta muraria dei secoli XV-XVII  descrive un perimetro di circa 4 chilometri e mezzo intorno al nucleo storico della città. Le mura ne hanno mantenuto pressoché intatto nel suo aspetto originario il centro storico. Celebre è la Piazza dell’Anfiteatro, nata sulle rovine dell'antico anfiteatro romano. Arteria principale della città storica è la stretta e medievale via Fillungo. Sistemazione in albergo nelle camere riservate. Cena. Pernottamento.


2° giorno

Dopo la prima colazione, si percorre la valle del Serchio, con sosta al medioevale Ponte del Diavolo. Quindi si prosegue per Barga e Castelvecchio, paesi ricchi di memorie pascoliane. La villa di campagna dei Cardosi-Carrara, nei pressi di Barga è la sistemazione che Giovanni Pascoli scelse come residenza nel 1895 e dove il poeta trascorse gli anni più tranquilli della sua esistenza, dal 1895 al 1912, l'anno della sua morte. Qui videro la luce opere come Myricae, i Primi Poemetti, i Canti di Castelvecchio e i Poemi Conviviali. Tra i Canti di Castelvecchio composti in questa casa c'è anche la famosa lirica “La cavalla storna”. Dopo la morte del Poeta l'edificio è stato dichiarato monumento nazionale e di particolare interesse pubblico l'area che comprende la casa. L'archivio conserva circa 76.000 carte e la biblioteca circa 12.000 volumi. Si prosegue per Castelnuovo di Garfagnana, dove Ludovico Ariosto fu governatore estense. Nel borgo fortificato sorgono alcuni fra i monumenti maggiormente rappresentativi della città, quali la Rocca Ariostesca, il Palazzo Comunale e il Duomo di San Pietro e Paolo.  Pranzo libero. Nel pomeriggio, inizio del viaggio di ritorno con arrivo a scuola previsto in serata.


Giovanni Pascoli
Da: "L'ora di Barga"
(Canti di Castelvecchio)

“Al mio cantuccio donde non sento
se non le reste brusir del grano,
il suon dell'ore viene col vento
dal non veduto borgo montano:
suono che uguale, che blando cade,
come una voce che persuade.
Tu dici, É l'ora; tu dici, É tardi,
voce che cadi blanda dal cielo.
Ma un poco ancora lascia che guardi
l'albero, il ragno, l'ape, lo stelo,
cose ch'han molti secoli o un anno
o un' ora, e quelle nubi che vanno.”

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